Sono un discendente

Se ripercorrendo a ritroso il tuo albero genealogico si incontrano cittadini lucchesi emigrati all’estero, sei nel posto giusto!

 
MUSEO PUCCINIANO DI CELLE

Visita la casa di Puccini a Celle e il museo al suo interno!


Essere discendenti

SI STIMANO ESSERE CIRCA 1,5 MILIONI LE PERSONE DI ORIGINI LUCCHESI NEL MONDO

Trovi tutte le informazioni che ti servono su come ottenere la cittadinanza italiana, sulla ricerca dei tuoi antenati lucchesi e sui luoghi in cui soggiornare se vuoi viaggiare verso la città di Lucca!

CITTADINANZA ITALIANA

La cittadinanza è il rapporto giuridico e sociale tra un individuo e lo Stato di appartenenza. Ogni stato può attribuire la cittadinanza in base a principi diversi, anche in combinazione fra essi: l’origine da genitori cittadini (ius sanguinis), il luogo di nascita (ius soli) e la manifestazione di volontà.
In questa sezione potete trovare riferimenti a leggi, norme e decreti, rimanendo così informati su un tema sempre di grande rilevanza per gli emigrati ed i loro discendenti. Ai nostri soci e ai lettori chiediamo di collaborare segnalando sia gli argomenti che vorrebbero venissero trattati nei futuri aggiornamenti del sito, sia inviando eventuali notizie e documenti utili da pubblicare.


In caso di modifiche nella legislazione italiana le informazioni che seguono potranno essere aggiornate in qualsiasi momento,

pertanto si invita a controllare sui siti ufficiali dello Stato. 

COME SI OTTIENE
La cittadinanza italiana si ottiene in base alla legge n. 91 del 5 febbraio 1992:
  • ius sanguinis, cioè per nascita da padre o madre italiani, ovunque essa avvenga, anche per generazioni successive alla prima purché gli ascendenti diretti non abbiano mai rinunciato alla cittadinanza italiana. Sono compresi tutti i figli di sangue legittimati e riconosciuti e i figli adottivi;
  • ius soli, cioè per nascita nel suolo italiano, da genitori ignoti o se il figlio non consegue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello stato di appartenenza; inoltre lo straniero (maggiorenne) nato in Italia può ottenere la cittadinanza dopo tre anni di residenza;
  • ius communicatio, cioè la cittadinanza acquisita tramite matrimonio con cittadino italiano, dopo sei mesi di residenza in Italia o tre anni all’estero. Attenzione però: le donne che hanno sposato cittadini italiani prima del 27 aprile 1983 hanno acquisito automaticamente la cittadinanza italiana. Fino a tale data era infatti in vigore l'articolo 10 della legge 13 giugno 1912 n. 555, secondo il quale la donna straniera che contraeva matrimonio con un cittadino italiano acquisiva la cittadinanza italiana e la conservava anche dopo la morte del marito;
  • per naturalizzazione o concessione, nei seguenti casi:
    • cittadino dell’Unione Europea dopo quattro anni di residenza in Italia;
    • straniero che risiede in Italia per almeno dieci anni;
    • casi specifici.
  • per elezione:
    • quando lo straniero, nato in Italia e residente legalmente in Italia ininterrottamente fino al 18° anno di età dichiara di voler acquisire la cittadinanza italiana;
    • di straniero dopo tre anni di residenza in Italia di cui un genitore o un/a nonno/a sia stato cittadino italiano per nascita e a seguito di servizio militare o pubblico impiego alle dipendenze dello Stato italiano
DOPPIA CITTADINANZA
Ogni Stato può attribuire la propria cittadinanza in base ai principi che ritiene più opportuni. Per conseguenza una persona che ha legami con più Stati può essere cittadino di più Stati contemporaneamente.
Dal 16 agosto 1992, con l’entrata in vigore della legge n. 91/1992, chi acquisisce la cittadinanza di uno Stato diverso dall’Italia non perde la cittadinanza italiana a meno che non vi rinunci espressamente o che la legge dello stato straniero non preveda l’automatica perdita della cittadinanza di origine. 
La persona con più cittadinanze è sottoposta alle leggi di più Stati contemporaneamente e sono le leggi di diritto internazionale privato di ciascuno stato a determinare quale cittadinanza prevale e, per conseguenza, quale legge applicare nel caso concreto alla persona che si trova in territorio italiano. In Italia la legge n. 218 del 31 maggio 1995 afferma che, se la persona ha più cittadinanze di cui una italiana, prevale quest’ultima, ed è quindi quella che verrà applicata. Se invece la persona ha più cittadinanze, delle quali nessuna italiana, si considera prevalente la cittadinanza dello stato con cui la persona ha il collegamento più stretto, individuato nella legge in modo diverso a seconda della materia.
CITTADINANZA EUROPEA

La cittadinanza europea è un complesso di diritti e obblighi disposti ai cittadini degli Stati Membri dell’Unione Europea.
È una condizione che si aggiunge alla cittadinanza di uno Stato Membro, non la sostituisce. Poiché le norme sull’acquisizione e la perdita della cittadinanza sono decise autonomamente da ogni Stato Membro dell’Unione Europea le condizioni per essere considerato cittadino europeo differiscono da Stato a Stato.

In cosa consiste la cittadinanza europea?
  • la libertà di circolare e soggiornare negli Stati dell’UE;
  • il diritto di voto e di essere eletti alle elezioni comunali e alle elezioni per il parlamento Europeo nello Stato Membro in cui l’individuo risiede;
  • il diritto a una protezione diplomatica e consolare da parte degli Stati dell’Unione Europea se la persona si trova in uno Stato in cui non è rappresentato lo Stato Membro di cui è cittadino.

È da notare che buona parte dei diritti previsti dalle norme comunitarie sono riconosciuti a chiunque risieda nell’Unione Europea e quindi anche a chi non ha la cittadinanza di uno Stato Membro. Per ulteriori informazioni a riguardo consultare il sito dell’UE.

COME SI PERDE

I cittadini italiani possono perdere la cittadinanza:

  • per manifestazione di volontà, cioè per rinuncia, se acquistano la cittadinanza di un altro Stato (legge 91/1992);
  • per legge in base alla Convenzione di Strasburgo sulla riduzione dei casi di cittadinanza plurima del 6 maggio 1963 per coloro che acquisiscano la cittadinanza dei seguenti stati: Austria, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Norvegia, Svezia e, a certe condizioni, Francia e Paesi Bassi. La perdita della cittadinanza avviene anche per i figli minori;
  • per sanzione in caso di disobbedienza all’ordine dello Stato italiano di abbandonare un impiego pubblico, una carica o il servizio militare presso uno Stato straniero (art. 12 legge 91/1992).
Non hanno perso la cittadinanza italiana i figli degli emigrati italiani, nati all’estero fra il 27 aprile 1965 e il 17 maggio 1967, che non hanno fatto una scelta espressa per la cittadinanza italiana nel periodo di transizione fra il vecchio ordinamento e il nuovo, entro il 17 maggio 1986 (legge n° 123 21 aprile 1983).
COME SI RECUPERA

Il cittadino italiano che ha perso la sua cittadinanza può riottenerla nei seguenti modi:

  • in maniera automatica senza alcuna manifestazione di volontà se la persona che ha perso la cittadinanza risiede in Italia per almeno un anno (legge n. 91/1992), o, se nel caso lo Stato italiano abbia ordinato di abbandonare un impiego pubblico, una carica o il servizio militare presso uno Stato straniero dimostra di aver lasciato l’impiego o il servizio militare e risiede in Italia da due anni;
  • con manifestazione di volontà, cioè con una dichiarazione, dopo aver prestato il servizio militare in Italia o dopo essere stato impiegato per lo Stato italiano;
  • dichiarando, per i residenti all'estero, di voler riacquisire la cittadinanza italiana e di stabilire, entro un anno dalla dichiarazione, la residenza in Italia. Tale dichiarazione può essere presentata in Italia presso il Comune di residenza, oppure all’estero presso il Consolato italiano. In quest’ultimo caso la dichiarazione avrà effetto solo successivamente alla registrazione della residenza in Italia e dopo che il Comune di residenza in Italia avrà ricevuto la dichiarazione dal Console italiano.

CERCARE GLI ANTENATI

Per partire con la ricerca sulle origini e la storia della propria famiglia ovviamente più informazioni si hanno più c'è possibilità di avere dei riscontri positivi. Bisognerebbe avere a disposizione almeno quelle informazioni minime indispensabili: nome e cognome dei parenti, il paese di origine, la data di nascita.

CERCARE GLI ANTENATI

Per partire con la ricerca sulle origini e la storia della propria famiglia ovviamente più informazioni si hanno più c'è possibilità di avere dei riscontri positivi. Occorre quindi avere a portata di mano quelle informazioni minime indispensabili: nome e cognome dei parenti, il paese di origine, la data di nascita. Se non si conosce la data precisa bisognerebbe avere almeno un’idea indicativa dell’anno di nascita.


Prima di iniziare converrebbe fare una lista delle informazioni già in proprio possesso distinguendo:

- Riferimenti anagrafici: nome e cognome del parente, oppure solo uno dei due ma ricordando nomi di fratelli, sorelle, nonni e così via;

- Riferimenti geografici: paese, provincia o regione da cui proveniva. Più vasta è la zona di ricerca più difficile è arrivare a un risultato;

- Riferimenti di tempo: gli intervalli di tempo da cercare. Data di nascita, anno, date significative come matrimonio, morte, nascita dei figli...;

- Relazioni di parentela: come per il parente su cui viene fatta la ricerca avere informazioni circa i parenti di quest'ultimo può essere decisivo per la nostra ricerca, soprattutto quando i dati in possesso sono relativamente scarni.


La ricerca si effettua su fonti documentali, digitali o cartacee. Per restringere i parametri della ricerca si consigli di partire dalle ricerche digitali visto che quelle cartacee richiedono l’accesso diretto agli archivi parrocchiali, dello Stato o degli archivi notarili.

Online oggi si trovano diversi siti di ricerca a riguardo, tra questi anche Portale antenati, il sito dedicato del Ministero dei Beni Culturali, e Familysearch. Potrebbe aiutare anche una breve ricerca sul portale online del CISEI, (Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana) che raccoglie dati da diversi archivi relativi a viaggi effettuati: liste dei passeggeri, bollettini di bordo, etc.

Se non si conoscono né la data esatta né il luogo di nascita della persona sarà possibile rivolgersi all’Archivio di Stato di Lucca con sede in Piazza Guidiccioni e consultare i fondi delle liste di leva con dati presenti dal 1833 al 1918 (a partire da questa data i fascicoli sono conservati presso l’Archivio di Stato di Firenze), oppure i dati riferiti alla leva della Capitaneria di Porto di Viareggio per gli anni dal 1901. La stessa ricerca va effettuata se l’antenato da cercare è nato prima del 1867.

Gli atti di nascita, matrimonio e morte sono formati e conservati presso gli uffici di stato civile dal 1 gennaio 1866 e vi sono alcune particolarità territoriali di cui dovremmo tener conto:

1. Porcari è stato eretto in Comune a partire dal 1913, i dati antecedenti a questa data sono conservati presso l’Archivio Storico del Comune di Capannori.

2. Massarosa è stato eretto in Comune nel 1870, i dati antecedenti sono conservati presso l’Archivio Storico del Comune di Viareggio (www.comune.viareggio.lu.it e centro documentario storico Francesco Bergamini).

3. Nel corso degli anni sono state apportate alcune modificazione ai confini dei vari comuni:

a. Le frazioni di Fornoli, Granaiola, Monti di Villa e Pieve di Monti di Villa, attualmente facenti parte del comune di Bagni di Lucca, fino al 1897 facevano parte del comune di Borgo a Mozzano;

b. La frazione di Motrone, nel comune di Borgo a Mozzano, fino al 1960 ca., faceva parte del comune di Fabbriche di Vallico. 


Una volta accertati la data e il luogo di nascita sarà possibile richiedere l’atto di nascita e l’estratto dello stato di famiglia presso l’ufficio anagrafe del Comune di provenienza. A seconda del Comune questo procedimento può essere svolto anche via e-mail.

Conoscendo la città di origine, i nomi di battesimo dell’antenato da cercare e dei suoi famigliari, i gradi di parentela precisi e un anno indicativo della probabile data di nascita, è possibile provare a contattare direttamente gli Uffici Anagrafe del Comune di provenienza.
Attenzione però, le richieste che arrivano agli uffici sono molteplici e i tempi di attesa variabili. Questo tipo di ricerca può impiegare più tempo oltre che a non portare i risultati desiderati.

Con tutti questi documenti dovremmo essere in grado di sapere quale fosse la frazione di appartenenza dell’antenato ricercato, in questo modo sarà possibile rivolgersi alla parrocchia per poter continuare la ricerca. 

Accertata quale sia la parrocchia di origine della persona ricercata sarà possibile ricercarne l’atto di battesimo. Solitamente il battesimo veniva somministrato al neonato il giorno stesso della nascita o al massimo il giorno successivo; dall’atto di battesimo si potranno ricavare i seguenti dati:

1. Nome del padre e nome e cognome della madre;
2. Nome dei nonni paterni; in alcuni casi anche dei nonni materni. 

I registri dei battesimi sono conservati presso i vari archivi parrocchiali a partire dalla metà circa del XVI secolo, quando la loro tenuta fu resa obbligatoria dal Concilio di Trento. In questo modo sarà possibile ricercare i nomi dei nostri antenati fino al 1550 circa.

Oltre al registro dei battesimi sarà possibile consultare anche i registri dei matrimoni, anche di questi la tenuta e la conservazione inizia dopo il Concilio di Trento come per quelli dei battesimi. In questi registri sono annotati tutti i matrimoni contratti in una data parrocchia. Va tenuto conto però che il matrimonio, salvo casi eccezionali, era celebrato nella parrocchia della sposa, quindi tale atto sarà conservato nell’archivio della parrocchia dove questa abitava.

Un po’ più complicato è ricercare la data di morte ma può aiutare consultare i registri degli Stati delle Anime, veri e propri censimenti parrocchiali che il parroco redigeva in occasione della visita che effettuava durante la benedizione delle famiglie. In questi registri è annotata, nell’ordine con il quale il parroco effettuava il giro della parrocchia per impartire la benedizione, la composizione puntuale ed esatta della famiglia, con il nome del capo famiglia e di tutti coloro che abitavano insieme a lui indicando il grado di parentela. Nei registri più particolareggiati è possibile trovare anche le date di nascita dei vari membri e altre interessanti annotazioni. 

Tutto il materiale archivistico sopra esposto (libri di Battesimi, Matrimoni, Defunti e Stati delle Anime) è conservato presso le singole parrocchie. È comprensibile quindi che se una famiglia nel corso dei secoli ha spostato la sua residenza da una parrocchia ad un’altra, il ricercatore dovrà effettuare la ricerca in più archivi.

Oltre alla ricerca diretta nelle singole parrocchie si può effettuare la ricerca di questi atti anche presso l’Archivio Storico Diocesano di Lucca (www.diocesilucca.it) dove in molti casi sono conservati i duplicati, spesso incompleti rispetto agli originali, degli atti parrocchiali.

SOGGIORNARE IN ITALIA

ono molti i discendenti di emigrati italiani che ad un certo punto scelgono di intraprendere un viaggio in Italia alla ricerca delle proprie origini: trovare l'antica casa di famiglia, scoprire e riconoscere luoghi visti nelle foto di famiglia e protagonisti di tanti racconti, incontrare parenti alla lontana, etc. Può trattarsi di un viaggio in famiglia o individuale, di un’esperienza di gruppo con agenzie specializzate, oppure, di un corso di lingua e cultura italiana o una vacanza studio per chi desidera una permanenza più lunga.
Le modalità e le finalità del viaggio, i permessi se necessari e i tempi per ottenerli, la durata del viaggio, i costi, sono tutti elementi che devono essere presi in considerazione al momento della pianificazione.
Essendo l'Italia uno Stato membro dell'Unione Europea ci sono delle differenze per chi viaggia nel nostro paese, a seconda che siano cittadini europei o stranieri.

Attenzione, le informazioni di seguito riportate possono essere soggette a modifiche e pertanto si consiglia di verificare tramite i canali ufficiali della Polizia di Stato, del Ministero dell’Interno e dell’UE.
Aiutaci a mantenere aggiornato il sito mandandoci una mail all’indirizzo lucchesinelmondo@gmail.com con le informazioni corrette.

CITTADINI EUROPEI

Tutti i cittadini dell'Unione Europea hanno il diritto di entrare e soggiornare liberamente in Italia o in un altro Stato membro diverso da quello di cui hanno la cittadinanza, con modalità differenti a seconda che il periodo di soggiorno sia di durata inferiore o superiore a tre mesi.
Il diritto di ingresso e di soggiorno può essere limitato solo per motivi di ordine pubblico e di pubblica sicurezza.

Soggiorni di durata inferiore a tre mesi
I cittadini dell'Unione hanno il diritto di soggiornare nel territorio nazionale per un periodo non superiore a tre mesi senza alcuna condizione o formalità, salvo il possesso di un documento d'identità valido per l'espatrio.

Soggiorni di durata superiore a tre mesi
Il cittadino dell'Unione ha diritto di soggiornare in Italia per un periodo superiore a tre mesi, chiedendo l’iscrizione anagrafica al Comune di residenza, se è in possesso di almeno uno dei quattro requisiti:

  1. Risiede in Italia per motivi di lavoro;
  2. È in Italia per motivi di studio o formazione e dispone di risorse economiche sufficienti per non pesare sullo Stato italiano;
  3. È famigliare, cittadino europeo o straniero, che raggiunge un cittadino dell’Unione Europea;
  4. Dispone per sé stesso e per i propri famigliari di risorse economiche sufficienti per non gravare sullo Stato italiano e di un’assicurazione sanitaria che copra tutti i rischi nel territorio nazionale.
CITTADINI DI ALTRI PAESI

I cittadini di Paesi non aderenti all’Unione Europea o all’area Shengen potrebbero aver bisogno di un visto d’ingresso da richiedere all’Ufficio Consolare competente per il territorio di residenza. Le informazioni complete sui visti e sulla documentazione necessaria si trovano sul sito dedicato del Ministero degli Esteri.

Soggiorni di breve durata, inferiori a 90 giorni
Motivati da turismo, affari, culto, pratica sportiva, partecipazione a eventi (per attività diverse da queste indicate vedere la sezione soggiorni di lunga durata). I soggiorni di breve durata danno la possibilità di viaggiare all’interno dell’intera area di libera circolazione, composta da 27 Paesi europei. Sono i più semplici da ottenere e per alcuni Paesi non occorre avere un visto ma è sufficiente possedere un passaporto valido. Se durante il soggiorno si intende visitare più di uno Stato europeo è consigliabile richiedere il visto d'ingresso per il primo paese da visitare nell’area di libera circolazione. 

Soggiorni di lunga durata, superiori a 90 giorni
Se si intende soggiornare in Italia o nell’area di libera circolazione per una durata superiore ai 90 giorni o svolgere attività diverse da quelle previste dal visto di breve durata è sempre necessario presentare richiesta per un visto specifico (lavoro, studio, ricongiungimento familiare, …). Per informazioni sui visti specifici si rimanda alle informazioni presentate sul sito dedicato del Ministero degli Esteri.